Le fonti ecclesiastiche notarono che il 9 marzo del 1177, al Mercoledi’ delle Ceneri, il papa Alessandro III° visito’ Palagruza. Viaggiando con la sua flotta marina composta da dieci galee fu impressionato dalla bellezza dell’arcipelago e desidero’ fermarsi. Al papa fu servita la cena su un altipiano dell’isola Palagruza Mala che da allora si chiama il Campo del Papa. Finito il soggiorno a Palagruza la flotta continuo’ verso’ l’isola di Vis, quindi nella direzione di Zara e Venezia.
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Millenni di storia
Il silenzio primordiale di Palagruza fu disturbato dall’uomo ancora nel sesto millennio avanti Cristo. Da allora questa isola attraeva varie civilizzazioni rendendo piu’ facile il tragitto da una sponda dell’Adriatico all’altra. I resti archeologici, cominciando dal primo Neolitico in poi’, testimoniano l’importanza dell’isola. Sono in special modo interessanti i resti della preziosa ceramica che verso la fine del sesto secolo avanti Cristo si faceva in Atene. Si pone la questione come tale ceramica arrivo’ sulle sponde di questa piccola lontana isola senz’acqua? Gli archeologi pensano che la risposta potrebbe essere la leggenda di Diomede.
L’isola di Diomede
I nuovi ritrovamenti archeologici dimostrano che Palagruza aveva conquistato il cuore dell’eroe greco Diomede, il secondo piu’ famoso eroe greco dopo Ulisse che sopravisse la guerra di Troia. Dopo la battaglia di Troia Diomede arrivo’ nell’Adriatico dove’ loto’ contro gli Illiri. Si presume che fu seppolto proprio sull’isola di Palagruza. La leggenda dice che dopo che gli Illiri ammazzarono i guerrieri di Diomede, Zeus trasformo’ le loro anime in uccelli che fino ad oggi vigilano sulla tomba dell’eroe greco.
Il piu’ grande faro dell’Adriatico
Il faro di Palagruza, costruito nel 19° secolo e’ il piu’ grande faro dell’Adriatico. Il basamento dell’edificio e’ fatto in pietra locale. Dato che tale pietra e’ molto pesante e dura, il resto dell’edificio fu costruito della pietra dell’isola di Brac. Il fanale che funziona tutt’oggi venne costruito nel 1873 dal parigino Henry Epoulite. Nell’ interno dell’edificio c’e’ una piccola raccolta archeologica.
La zona piu’ ricca del pesce dell’Adriatico
Il mare intorno a Palagruza e’ la piu’ ricca zona del pesce dell’Adriatico. Fino al secolo scorso si e’ mantenuta l’abitudine di organizzare le regatte di una giornata fino a Palagruza, partendo dal piccolo paese di pescatori, Komiža, sull’isola di Vis. Si navigava con le barche autentiche a remi “falkuše” che da secoli si costruiscono sull’isola di Vis. Ancor’oggi, durante il periodo di pesca delle aragoste e sardelle intorno a Palagruza si raccolgono anche 500 barche di pesca!
I segreti dei fondali di Palagruza
I fondali intorno a Palagruza sono un vero gioello per quelli che praticano il sub. Vi ci abitano certe specie di pesci che si incontrano raramente in altre parti dell’Adriatico come, per esempio murene, minghiali e aragoste. Il fondale e’ maggiormente piano e roccioso, con alcune parti in sabbia. Lo scoglio Galijula che si trova a 3 migla nautiche verso sudest nasconde nelle sue acque basse un segreto che i nuotatori sub scoprirano – carcassa di una nave. In questo luogo e’ andata a fondo anche una galea medievale.
Riserva della natura
L’intera isola e’ una riserva della natura con numerose specie di flora (220) e di fauna (120) di cui molte endemiche. Ad ogni passo ci sono cespugli di capperi con bellissimi fiori bianco-viola . Vicino il sentiero principale si incontra anche l’oleandro e l’assenzio. Ci sono anche molti cespugli di euforbia che sono belli ma non si devono toccare. La piu’ famosa specie di fauna e’ foca mediterranea il cui futuro dipende dall’equilibrio ecologico dell’arcipelago di Palagruza.